Frutto della collaborazione tra una designer di grande esperienza e dal profilo internazionale, due famiglie d’imprenditori appassionati e un team d’artigiani d’eccezione, la prima collezione Bianchi e Nardi 1946 apre un nuovo capitolo nella storia della casa pellettiera fiorentina.
Attraverso audaci combinazioni cromatiche e sofisticate stravaganze, pellami esotici di altissima qualità sono trasformati in veri oggetti del desiderio, esempi inimitabili di raffinatezza e stile, dalla sensuale morbidezza e dalla squisita fattura artigianale.
Le borse della collezione Bianchi e Nardi 1946 hanno un carattere unico e audace, con una perla di pietra d’agata che a volte compare come piccolo gioiello e nomi che rendono omaggio alla grande arte italiana fra i quali Manzoni, Dante, Biggi, Bartoli e Canova.
HERITAGE
Nata a Firenze nel 1946 come piccolo laboratorio artigiano, Bianchi e Nardi è oggi una delle realtà più consolidate della pelletteria tradizionale fiorentina, con due stabilimenti nel capoluogo toscano e oltre cento dipendenti.
La sua produzione di borse di lusso in pelle e pellami pregiati è eseguita con lavorazioni antiche come l’agatatura e la placcatura delle pelli di coccodrillo così come con tecniche e innovazioni d’avanguardia come il taglio dei pellami al laser.
Da sempre gestita dalle famiglie fondatrici, l’azienda oggi è guidata dalla terza generazione di Bianchi e Nardi, impegnata nel tramandare una tradizione di successo e un sapere unico al mondo.
LA STORIA
I PRIMI ANNI
Nasce nel 1946 dall’intuizione dei due artigiani pellettieri, Mario Bianchi e Aldemaro Nardi. Gli inizi sono nel piccolo laboratorio di Firenze dove si producono, con tecniche di eccellenza, borse in pelle ma anche in coccodrillo, struzzo e lucertola.
La Bianchi e Nardi nasce ufficialmente a Firenze nel 1946 ad opera di Mario Bianchi e Aldemaro Nardi, due esperti pellettieri che si erano fatti le ossa nella bottega di Mario Scuri, uno degli artigiani più famosi in città durante gli anni ’30. Amici oltre che soci, i due avevano cominciato a collaborare fra loro prima che la società avesse una sua identità giuridica. Bianchi era famoso per le sue “mani d’oro”, insuperabile nel trasformare uno schizzo in un modello, un pezzo di pelle in una borsa finita. Raccontava Aldemaro, di nove anni più giovane: “Mario Bianchi fu il mio primo maestro e mi insegnò a fare fodere e borsellini, a ricoprire le cerniere di pelle e a montarle. Mi mettevo al banco e piano piano imparavo a incernierarle”.
Già durante la guerra la fama dei due maestri pellettieri si sparse in città. E la notizia arrivò anche alle orecchie di Guccio Gucci, allora specializzato in selle per cavalli e alla ricerca di fornitori per le sue borse. “La pelle nel ’41 era introvabile”, ricordava Aldemaro Nardi, “allora preparai cinque borsettine di feltro, le misi in valigia e mi presentai da Gucci. Lo incuriosii perchè ero giovane, guardò e riguardò le borse, notò le cuciture fatte a regola d’arte e alla fine mi comprò tutta la produzione”. Oggi come allora tutte le produzione di Bianchi e Nardi, comprese quelle affidate ai fornitori, sono effettuate nell’area fiorentina.
Negli anni ’50 la nuova azienda crebbe rapidamente. E cominciò a lavorare per clienti grandi e piccoli; prima gli italiani poi gli stranieri a cominciare dai francesi. Mario Bianchi dirigeva la produzione, Aldemaro Nardi comprava le pelli all’estero e vendeva borse in tutta Italia. Ai committenti piaceva la capacità dell’azienda di lavorare i pellami più pregiati: struzzo, lucertola, coccodrillo e tartaruga che venivano acquistati a Parigi e importati in Italia.
GLI ANNI '60
Si costruisce la nuova fabbrica a Scandicci-Firenze, ancora oggi quartiere generale della Bianchi e Nardi.
Nel 1965 il salto di qualità: la Bianchi e Nardi si trasferì da Firenze nell’area industriale di Scandicci dove sarebbe sorta la nuova fabbrica.
Nel 1975 avvenne il primo passaggio generazionale. E arrivarono al timone i figli dei fondatori. Intanto il mercato della pelletteria cominciò a cambiare profondamente. Molti dei vecchi negozi entrarono in crisi mentre si affermavano le grandi griffe che si sarebbero dimostrate in grado di gestire intere filiere produttive dalle materie prime fino alla commercializzazione attraverso boutique monomarca.
GLI ANNI '90
passaggio del testimone a Marco Nardi, Massimo Nardi e Mauro Bianchi.
I figli dei fondatori, all’inizio degli anni ’90, evolvono l'azienda in una holding con due business distinti: alla tradizionale produzione di borse in rettile e nappe a marchio proprio, si affianca la realizzazione di collezioni di alta qualità per conto terzi che permettono all’azienda di operare a livello internazionale, con un ruolo di consulente e di partner dei grandi marchi globali.
A fare la differenza sono le rifiniture, le tecniche con cui vengono trattati i pellami pregiati: coccodrilli, struzzi, pitoni sono tamponati a mano, colorati e conciati con tecniche particolari di chiaro-scuro. Emblematico l’utilizzo della pietra d’agata per diamantare la pelle del coccodrillo o anche il metodo per la placcatura della lucertola, considerato il migliore sul mercato.
OGGI
La terza generazione e un nuovo brand per borse di lusso.
Con Laura, Alessandro e Andrea Nardi e Giulia e Gabriele Bianchi, la terza generazione di Bianchi e Nardi continua l'opera di sviluppo e innovazione dell'azienda. Nasce “Bianchi e Nardi 1946”, il brand giovane e contemporaneo che firma la produzione propria di borse di lusso. Collezioni dove forme, materiali e lavorazioni si uniscono in un prodotto d'alta gamma, simbolo della qualità assoluta della tradizione pellettiera fiorentina.